La prevenzione della lesione al legamento crociato anteriore del ginocchio

La lesione al legamento crociato anteriore di ginocchio (LCA) è uno degli infortuni più comuni in ambito sportivo. È molto ricorrente in tutti quegli sport che portano l’atleta ad effettuare cambi di direzione rapidi, atterraggi da salti e contatti diretti con l’avversario.

Ad oggi la letteratura mostra come le atlete donne siano più soggette alla lesione del legamento crociato anteriore, con un rischio superiore di circa tre volte rispetto i corrispettivi uomini.

Cos’è l’ LCA?

L’articolazione del ginocchio è la più grande del corpo umano ed è dotata di un movimento su un solo piano. Permette il movimento di flesso-estensione, alla quale si associa un modesto grado di rotazione, esclusivamente a ginocchio flesso.

I legamenti crociati sono due resistentissimi legamenti che danno il loro nome per la loro disposizione. Essi rappresentano i più solidi mezzi di unione tra femore e tibia, garantendo il mantenimento dei normali rapporti articolari nei confronti dei movimenti di rotazione.

Il legamento crociato anteriore (LCA) origina dalla tibia e si inserisce nella porzione laterale del femore. Insieme ad alte strutture articolari proprie del ginocchio, il LCA produce una tensione utile a stabilizzare il ginocchio nei movimenti di estensione o vicino all’estensione.

anatomia ginocchio

Perché le donne hanno un rischio maggiore di  lesione?

È ormai assodato che le atlete donne hanno differenze sostanziali rispetto ai corrispettivi uomini sia a livello di massa muscolare, sia a livello di capacità aerobica (1). Quello che però risulta essere decisivo nel contesto della lesione al LCA sono le differenze su base muscolo-scheletrica. Infatti, le femmine presentano una serie di fattori biomeccanici che portano ad un aumento di forze stressanti per il LCA. (2)

Ma non solo, esistono molti altri fattori intrinseci, ovvero non modificabili dall’esterno, che caratterizzano una maggiore predisposizione alla lesione, tra cui: uno spazio presente nell’articolazione minore rispetto ai maschi (3), una lassità legamentosa (4) e una minore quantità di fibre collagene. Questo comporta una dimensione in lunghezza e in generale di grandezza, con conseguenza di una diminuita resistenza (5).

Esistono, però, tutta una serie di fattori di rischio chiamati estrinseci, ovvero non dipendenti direttamente dall’assetto di conformazione dell’articolazione, che possono essere modificabili. Tra questi troviamo caratteristiche biomeccaniche e neuromuscolari.

Alcuni studi hanno identificato differenze di genere agli arti inferiori durante i compiti di cambio di direzione (6,7,11) e all’atterraggio su una gamba singola (8,9,10,12). I risultati di questi studi affermano che le femmine, durante questi compiti, presentano il ginocchio in una posizione descritta come “posizione di non ritorno” (13).

Per quanto riguarda i fattori neuromuscolari, i muscoli ischiocrurali giocano un ruolo importante nella prevenzione. Nelle femmine, infatti, è stata dimostrata un’attivazione maggiore del quadricipite rispetto agli ischiocrurali (14), questo porta ad uno stress maggiore del LCA. Altri studi hanno trovato che, durante l’atterraggio con una gamba (15) e il cambio di direzione (16), le femmine ammortizzano gran parte dell’energia con il quadricipite e i flessori plantari di caviglia, mentre i maschi utilizzano molto di più il quadricipite e gli estensori d’anca. Come detto in precedenza, anche la differenza nella forza degli arti inferiori può contribuire all’aumento del rischio di lesione.

lesione lca punti di non ritorno

Cosa posso fare se voglio prevenire una possibile lesione?

In letteratura sono state pubblicate nel 2018 delle Linee Guida (17) con lo scopo di avere una base solida ed essere un punto di riferimento su cui costruire un trattamento preventivo.

Il clinico deve tenere in considerazione alcuni punti fondamentali tra cui:

-I programmi di prevenzione basati sull’esercizio fisico dovrebbero includere componenti multiple, esercizi di controllo prossimale e una combinazione di esercizi di forza e di pliometria.

-I programmi di prevenzione basati sull’esercizio fisico dovrebbero coinvolgere l’allenamento più volte alla settimana, con sessioni di allenamento della durata superiore a 20 minuti e volumi di allenamento maggiori di 30 minuti a settimana.

-i medici, gli allenatori, i genitori e gli atleti dovrebbero incoraggiare l’attuazione dei programmi di prevenzione basati sull’esercizio fisico negli atleti tra i 12 e 25 anni di età e coinvolti in sport con alto rischio per una lesione al LCA.

L’atleta dovrà, invece, rivolgersi ad un professionista per farsi seguire e consigliare gli esercizi migliori per il suo programma di prevenzione.

Cosa posso fare se ho già subito una lesione?

Innanzitutto, bisogna sapere che il rischio per una ri-lesione risulterà aumentato, e, per dare dei numeri nell’ambito del calcio femminile, sarà circa di sei volte maggiore (18).

Dopo di che, la chiave vincente è quella di non dimenticare mai l’aspetto preventivo nonostante ci sia già stata una lesione. È bene tenere in considerazione lo sport o l’attività specifica che si vuole svolgere; con l’aiuto di un professionista, analizzare i gesti e i movimenti a rischio al fine di andare a svolgere un lavoro specifico del distretto interessato in termini di mobilità, forza muscolare, propriocezione e reattività. Ed infine, ma assolutamente non per importanza, ricordarsi che l’aspetto psicologico in un infortunio di qualsivoglia natura conta per oltre il 50%, per cui se non si inizia con la mentalità giusta sarà difficile se non impossibile recuperare al meglio!